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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), II, 20
 
originale
 
[20] Ad haec ego subiciens: "Vera memoras nec usquam gentium magis me liberum quam hic fuisse credidi. Sed oppido formido caecas et inevitabiles latebras magicae disciplinae. Nam ne mortuorum quidem sepulchra tuta dicuntur sed ex bustis et rogis reliquiae quaedam et cadaverum praesegmina ad exitiabiles viventium fortunas petuntur, et cantatrices anus in ipso momento choragi funebris praepeti celeritate alienam sepulturam antevortunt." His meis addidit alius: "Immo vero istic nec viventibus quidem ullis parcitur. Et nescio qui simile passus ore undique omnifariam deformato truncatus est." Inter haec convivium totum in licentiosos cachinnos effunditur omniumque ora et optutus in unum quempiam angulo secubantem conferuntur. Qui cunctorum obstinatione confusus indigna murmurabundus cum vellet exsurgere, "Immo mi Thelyphron," Byrrhena inquit "et subsiste paulisper et more tuae urbanitatis fabulam illam tuam remetire, ut et filius meus iste Lucius lepidi sermonis tui perfruatur comitate." At ille: "Tu quidem, domina," ait "in officio manes sanctae tuae bonitatis, sed ferenda non est quorundam insolentia." Sic ille commotus. Sed instantia Byrrhenae, quae eum adiuratione suae salutis ingratis cogebant effari, perfecit ut vellet.
 
traduzione
 
?Verissimo? feci io di rimando, ?proprio cos?. In nessun altro luogo mi sono sentito a mio agio come qui. Soltanto devo dire che ho una certa paura della magia, delle sue insidie oscure e inevitabili. Si dice che da queste parti non lasciano in pace nemmeno i morti nelle loro tombe, e che dalle urne e dai roghi si trafugano reliquie e pezzetti di cadavere per gettare il malocchio sui vivi, e che ci sono vecchie streghe che al momento dei funerali, in un battibaleno, ti portano via il morto.? ?Purtroppo, qui, non risparmiano nemmeno i vivi? intervenne uno degli invitati. ?E c'? un tale, chiss? chi ?, a cui ? capitata una cosa del genere, ed ? rimasto tutto mutilato e col volto sfregiato.? A queste parole scoppi? una risata generale e gli occhi di tutti si posarono su un tizio che se ne stava appartato in un angolo. Imbarazzatissimo di sentirsi piovere addosso tutti quegli sguardi, brontolando qualcosa, costui aveva gi? fatto le mosse di andarsene, quando Birrena: ?Eh, no, caro Telifrone, ora devi fermarti al meno un pochino e con la tua solita compiacenza raccontarci ancora una volta la tua avventura, perch? il qui presente Lucio che ? per me come un figlio possa godere anche lui del tuo piacevole racconto.? ?Sempre buona e gentile, tu, mia signora, ma l'insolenza di certa gente ? insopportabile.? Era tutto agitato, ma Birrena insistette assicurandogli che nessuno lo avrebbe pi? insolentito e cos? alla fine, sebbene malvolentieri, quello si decise.
 

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